Rassegna stampa sulla seconda restituzione pubblica della Spesa Solidale.
Il Comitato Perugia Solidale nasce nell’aprile 2020 come esigenza di agire direttamente sul campo per fronteggiare un’emergenza economica, sociale e umana che il Covid-19 ha esasperato. Intorno a noi, molte più persone di quanto si immagini hanno perso il lavoro o si trovano comunque in difficoltà, non riuscendo a pagare l’affitto o a comprarsi da mangiare.
Riceviamo le richieste di intervento tramite telefonate dirette al centralino o segnalazioni nei quartieri dove operiamo; parliamo così coi diretti interessati, per capire meglio la loro situazione, e consegniamo in breve tempo buoni spesa spendibili nei supermercati. Per farlo, abbiamo attivato una ininterrotta raccolta fondi fatta di donazioni, aste solidali, contributi da parte di attività commerciali. Abbiamo incontrato e aiutato lavoratori rimasti senza stipendio e senza nessun sostegno sociale, molti dei quali in nero (muratori, braccianti, camerieri, badanti, partite iva…) e raccolto le loro storie. Abbiamo due elementi che contraddistinguono il nostro lavoro, l’inchiesta sociale come metodo di lotta politica, e la trasparenza delle spese. Per questo il nostro comitato è stato formalizzato, con il compito di restituire il bilancio sociale delle nostre attività.
Presentiamo qui un primo resoconto delle nostre pratiche per permettere a tutti e tutte di conoscere quali sono al momento i risultati della nostra iniziativa e con l’intento di continuare ad organizzare dal basso un’azione incisiva sui molteplici aspetti dell’emergenza COVID-19. Vogliamo in primo luogo esprimere un ringraziamento verso chi ha sostenuto la spesa sociale e, soprattutto, mostrare che la crisi non è finita e ci sarà bisogno ancora dell’aiuto di tutti. Per questo sarà nostra intenzione strutturare il comitato nel tempo, e lavorare per sostenere i produttori agricoli, che, a partire da quelli delle zone terremotate, saranno contattati per un futuro ponte di solidarietà tra campagne e quartieri. I quartieri della città in cui finora abbiamo agito sono il centro storico, la zona di via del Lavoro, San Sisto, San Marco, Ponte San Giovanni, Ponte Felcino, San Martino in Campo, Elce, Case Bruciate.
Dal giorno 17 Aprile al giorno 8 Maggio siamo entrati in contatto con 104 nuclei famigliari per un totale di 293 persone delle quali un 30% sono minori e 8% sono anziani (over 65). Tra queste persone solo il 6 % sono lavoratori attivi. Il 35 % ha cessato l’attività lavorativa a causa dell’emergenza sanitaria in corso, mentre il resto già erano senza reddito da prima della crisi.
Il 40% degli intervistati ha fatto richiesta dei sussidi previsti per affrontare la crisi generata dal COVID-19, solo l’11% è riuscito a riceverli.
Il 14% ha fatto richiesta di altre forme di previdenza sociale (RDC, naspi, …), la maggior parte delle quali sono state erogate ma si registrano anche su questo fronte domande che sono state interrotte o ancora in sospeso.
Sul fronte abitativo abbiamo registrato 71 nuclei familiari in affitto, nessuno dei quali è riuscito ad ottenere la sospensione del pagamento (in 6 casi è stata esplicitamente rifiutata la richiesta), gli altri nuclei famigliari vivono in case di proprietà, 18 pagano il mutuo non avendo usufruito di alcuna forma di sospensione, in particolare nella quasi metà dei casi è stata esplicitamente rifiutata la sospensione del pagamento.
Infine, ci sembra importante segnalare che solo nell’ultima settimana sono arrivate 45 richieste di aiuto, il che ci fornisce un dato preoccupante circa l’andamento della crisi, nonostante il 4 Maggio sia iniziata la parziale ripresa delle attività economiche.
Prevediamo che sempre più persone saranno messe al margine e private di diritti e dignità nel prossimo futuro, per cui stiamo organizzandoci per nuove iniziative, quali la realizzazione di pacchi alimentari; la creazione di gruppi di acquisto improntati alla solidarietà (ad esempio con le realtà produttive danneggiate dal sisma del 2016) e alla sostenibilità ambientale; la organizzazione di sportelli di supporto ai problemi legati a casa, lavoro e affitto e alla presentazione di domande di finanziamenti pubblici. Vogliamo anche metterci in rete con altre realtà simili attive sul territorio, in modo da rendere ancora più efficace la nostra azione nei diversi quartieri e rilanciare ancora più forte l’idea che nessuno deve restare indietro. Vogliamo anche rendere consapevoli le persone più duramente colpite dalla crisi che il problema non è stato il Covid ma la situazione di subalternità economica e sociale è generata a monte dalle attuali politiche economiche.
Ci impegniamo ad accompagnare il proseguimento dell’emergenza aggiornando i dati e mantenendo il contatto con i beneficiari della Spesa Solidale, nella speranza che chi leggerà questi dati possa capire l’importanza che hanno le azioni concrete per migliorare le condizioni di vita di coloro che sono stati lasciati soli.