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La scuola non è uguale per tutti!

Ogni anno, ogni famiglia deve mettere in conto una spesa di quasi 500 euro a studente, a cui va aggiunto il costo per i libri di testo -che varia a seconda del grado di istruzione e scuola. Le ristrettezze economiche sono un limite oggettivo per i bambini e i ragazzi che provengono da famiglie svantaggiate. In Italia, non sono pochi gli studenti che vivono in contesti sociali di precarietà occupazionale e deprivazione materiale, in sostanza privati di uno dei diritti fondamentali, quello allo studio. Non solo un limite all’apprendimento, ma un ostacolo all’integrazione sociale, una difficoltà che nel breve periodo mina la realizzazione personale, e nel lungo riduce la stessa possibilità di sottrarsi a una condizione futura, adulta, di disagio economico.

Povertà economica e povertà educativa da sempre sono andate a braccetto e da sempre si sono alimentate a vicenda: il dramma della disuguaglianza, anche in questo caso, non è una novità correlata alla pandemia. Nell’emergenza legata alla diffusione del Covid-19, la scuola ha affidato alla Rete il compito arduo di portare avanti il percorso formativo degli scolari e la medesima povertà economica si è tradotta in “separazione digitale”.

Dai primi di marzo, i dati Istat rilevati nella ricerca “Spazi in casa e disponibilità di computer per bambini e ragazzi” hanno suonato il campanello d’allarme: un terzo delle famiglie non ha un computer o un tablet in casa. Eppure, l’agitazione per tale disparità non è sembrata interessare ai piani alti, perché la task force per le emergenze educative, prontamente istituita, avrebbe garantito a tutti l’accesso alle aule virtuali, gli uffici scolastici avrebbero provveduto al monitoraggio delle richieste e la didattica a distanza sarebbe stata finanche una ventata di freschezza per il corpo docente.

Al di là del fatto che la santificazione della DAD ha riproposto il vecchio equivoco di un insegnamento cattedratico, che non sconfessa il vizio nozionistico erudito che i e le docenti provano da anni a superare, la verità è che gli interventi di natura emergenziale che dovevano fronteggiare le criticità di natura tecnica sono stati limitati. E i docenti, nonostante gli sforzi, sono stati, ancora una volta e loro malgrado, dei “certificatori” delle differenze sociali e culturali di partenza.

Ad oggi, dunque, è evidente che il macchinoso e confusionario percorso obbligato di questa didattica non ha funzionato.

In primo luogo è mancato il presupposto di eguaglianza come base di partenza per ogni apprendimento reale. Poi è mancata la tutela del lavoro dei docenti, in particolare dei precari, vittime ancora una volta di scelte economiche e gestionali scellerate. Il totale fallimento, perché di questo si tratta, si è tradotto in alunni abbandonati al loro destino, a quanto la famiglia può garantirgli in termini di mezzi e attenzioni, e docenti macinati nella pressa del lavoro agile, obbligati dalla assurda pedagogia bancaria persino a una valutazione tradizionale, figlia di criteri standardizzati e impropri, non corrispondenti alla eccezionalità e stravaganza di questo momento. È mancata la Scuola, o meglio una visione della scuola che non si limiti a teorizzare l’uguaglianza formale, perché quella, si sa, porta soltanto a una esasperazione delle disparità: si trattano nello stesso modo le situazioni uguali, per non scomodare percorsi diversi per ogni caso specifico.

Qui a Perugia, tra le tante famiglie raggiunte dalla Spesa Solidale, la eco di questo fallimento è rimbombata. Alcune famiglie ci hanno chiesto aiuto per far studiare i loro figli. Nel rispetto del nostro obiettivo, quello di strutturare azioni che siano espressione dei bisogni della cittadinanza, che da essa provengano, non potevamo sottrarci alla chiamata e per questo abbiamo deciso di lanciare una raccolta fondi, che durerà una settimana e che prevede una causale specifica “Strumenti per la didattica a distanza”. Ci rivolgiamo tutte le cittadine, i cittadini e alle attività del territorio, a tutti coloro che intendono attivarsi materialmente affinché tutti questi bambini e ragazzi abbiano un futuro, nessuno escluso, e soffrano di meno la povertà di cui non hanno colpa.

Qui tutte le informazioni su come dare un contributo alle famiglie che necessitano strumenti per la Didattica a distanza per i loro figli.