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21/05: non raccolgo, non consumo!

Oggi nei campi agricoli si incrociano le braccia, non si raccoglie né la frutta né la verdura che arriva sulle nostre tavole. Lo sciopero è contro la regolarizzazione “a tempo” dei migranti che lavorano nel settore agricolo.

I richiedenti dovranno muoversi in un labirinto di regole e criteri complessi, per renderne difficile l’accesso, e sempre nel quadro legislativo dei decreti Sicurezza che sono ancora in vigore. Inoltre la temporanea regolarizzazione riguarderà soltanto il settore della cura agli anziani e quello agricolo, dove la speculazione da un lato e la mancanza di manodopera nei campi dall’altro hanno portato alla impennata dei prezzi di frutta e ortaggi e al timore di perdere i raccolti. Il Governo insomma vuole salvare i prodotti per non farli marcire, se marciscono le persone e i loro diritti non è affar suo. Questo dichiarano Aboubakar Soumahoro e gli attivisti dell’Usb.

Ai lavoratori e lavoratrici migranti e a quelli del settore agricolo in protesta va tutta la nostra solidarietà, e come Spesa Solidale vogliamo fare la nostra parte. Dall’inizio dell’emergenza, ma non solo, abbiamo visto quanto è insostenibile una vita al margine, l’abbandono nella povertà, il sentirsi tollerati solo se si è utili, strumenti e non persone. Non solo in agricoltura ma in tutto il mondo del lavoro lo sfruttamento, il lavoro nero e il caporalato non fanno distinzione fra uomini e donne, anzi per queste ultime è ancora più dura sopravvivere perché sono maggiormente sotto ricatto. Tutto questo non cambierà se non finirà lo strapotere della Grande Distribuzione che strozza piccoli agricoltori e braccianti.

Questo sistema infatti si regge perché la maggioranza delle persone può permettersi di mangiare solo acquistando al supermercato e al prezzo più conveniente. Ma il prezzo più basso rappresenta comunque un alto guadagno per le multinazionali del prodotto, che ricaricano enormemente sul prezzo dal campo al bancone e lo possono fare solo sulla pelle dei lavoratori agricoli.

Oggi la Spesa Solidale non la facciamo: invitiamo tutte e tutti a non acquistare presso la GDO.

L’uscita da questo sistema criminale però non si realizza in un giorno. Le nostre città e le nostre campagne conoscono il valore del cibo e del lavoro, perciò stiamo organizzando un gruppo di acquisto solidale e popolare aperto a tutti i produttori che vorranno condividere il progetto, con un occhio ai territori devastati dal profitto e vessati dai terremoti. Sosteniamo lo sciopero e autorganizziamoci dal basso per non permettere mai più a nessuno di lucrare sulle crisi.