Categorie
Aggiornamenti Trasparenza

Gasp on tour #02 – Edizioni Cronache Ribelli

A Perugia c’è una casa editrice ostinata e contraria, che pratica un’alternativa ambiziosa e fortemente politica all’interno di un mondo, quello dell’editoria, che ha da tempo abbandonato il sogno di fare cultura.

Cronache Ribelli denuncia un contesto dove conta solo la redditività dei libri e si pubblicano esclusivamente volumi “sicuri” di autori famosi o personaggi già conosciuti, dove l’auto-editoria a pagamento cresce ogni anno e dove ai vertici delle case editrici gli esperti di marketing hanno completamente rimpiazzato gli intellettuali. Un’impostazione troppo spesso replicata anche dalle case editrici cosiddette indipendenti. Matteo e Davide di Cronache Ribelli ragionano invece fuori dalle logiche di mercato: “Diamo spazio ad autori e autrici, spesso molto giovani, che non hanno mai pubblicato prima, paghiamo loro una percentuale più alta sui diritti, scegliamo in base al valore dell’opera indipendentemente da quanto siano conosciuti”. In Cronache Ribelli non esistono gerarchie fra collaboratori: “Non puoi parlare di alternativa se non la pratichi a partire da relazioni di lavoro diverse, orizzontali e paritarie”.

L’obiettivo è chiaro: “Vogliamo combattere dall’interno l’idea che l’editoria sia un mondo bellissimo – spiegano – Ormai non è neanche più un mondo di cultura. Ripropone gli stessi meccanismi delle filiere più tossiche del capitalismo attuale”. Fin dall’inizio, Cronache Ribelli ha rifiutato di vendere i propri libri sulle grandi piattaforme online o attraverso distributori o catene librarie: “Comprare o regalare un libro attraverso uno di questi canali – spiegano Davide e Matteo – è molto lontano dall’essere quel bel gesto culturale che molti credono, al contrario alimenta un sistema che sfrutta, impoverisce e genera tremende distorsioni”.

Cronache Ribelli è nata dopo il successo della pagina social Cannibali e Re, dove gli autori raccontavano la Storia dal punto di vista delle classi subalterne e delle minoranze attraverso le loro lotte. Come racconta Davide, “noi siamo nati con una comunità di persone che ci seguivano sulle reti sociali e ci appoggiavano e continuano a farlo. Per cui ci possiamo permettere di andare avanti per strade alternative”. E che ci fosse bisogno di quel tipo di racconti lo testimoniano i numeri: 60mila follower su Facebook, 46mila su Instagram, più di 22.000 libri venduti dal 2018 a oggi. C’è un pubblico che accompagna Cronache Ribelli e sostiene la loro “battaglia della memoria”, uno scontro quotidiano in cui, dice Matteo, “dobbiamo contendere l’egemonia del discorso alle élite che controllano la comunicazione, per riscattare il ruolo delle classi popolari e delle lotte dal basso come principale motore della Storia”.

Eppure, anche questo pubblico impegnato rimane sbigottito di fronte alla denuncia del sistema editoriale fatta di Cronache Ribelli: “I lettori non sanno cosa c’è dietro alla pubblicazione di un libro: monopoli di fatto della distribuzione, sfruttamento, un sistema che strangola i piccoli editori e cancella ogni discorso alternativo. Ormai ovunque si parla di sostenibilità della produzione, tranne che in editoria: il sistema è marcio ma non esiste nessuna controinformazione”. Su questo, però, i grandi editori possono contare sul “silenzio attivo” anche di editori e librerie indipendenti: “Ci abbiamo provato – dice ancora Matteo – ma fra i colleghi non abbiamo trovato nessuna apertura a un qualsiasi processo di smarcamento, nemmeno voglia di parlarne, di denunciare”. E continua Davide: “Il discorso vale anche per le librerie. A parte poche realtà resistenti (a Perugia, Edicola 518 e Mannaggia, per esempio), abbiamo trovato un deserto. È venuto meno quel lavoro di scelta, selezione e proposta del libraio, ormai nelle piccole librerie trovi gli stessi volumi che trovi nelle grandi catene: così scompare qualsiasi ragion d’essere delle librerie indipendenti, che per costi e potenza di comunicazione non possono competere con colossi come Amazon o Feltrinelli”.

Non resta allora che saltare la grande distribuzione, uscire dai canali tradizionali e costruire un rapporto diretto con la comunità dei lettori: “Da un lato – dice ancora Matteo – siamo andati a cercarci quei posti in cui si fa ancora cultura slegata dal profitto, ovvero gli spazi sociali, dove abbiamo già fatto più di 250 presentazioni di libri. Dall’altro abbiamo scelto fin da subito un taglio accessibile e compatto vogliamo scrivere per gli altri, farci capire: se ci perdessimo in testi troppo complicati, nessuno ci leggerebbe e non staremmo veicolando nessun messaggio alternativo”.

Avere i libri di Cronache Ribelli nel nostro Gasp in mezzo ai prodotti della terra e alle lavorazioni ecologiche e solidali del territorio, per noi significa moltissimo. All’esempio e alla Storia degli oppressi che non si sono arresi al loro stato di cose vogliamo guardare sempre!

www.perugiasolidale.it/gasp
foto di Emanuela Bianconi

Lascia un commento