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Gasp on tour #01 – Cantina Cenci, San Biagio della Valle

Raggiungere la Cantina Cenci significa arrivare in luogo che racchiude la storia agricola umbra, l’opposizione a un sistema di produzione e lavoro che stritola chi non vi si adegua e, chissà, una finestra su un futuro alternativo.

Giovanni e Claudia lavorano su una proprietà di circa quaranta ettari di cui sei a vigneto, coltivata fin dal diciassettesimo secolo quando apparteneva ai Monaci Olivetani. Producono grani antichi, favino, erba medica da foraggio e ortaggi. La produzione vinicola è gestita da Giovanni: Grechetto, Trebbiano, Pinot Grigio, Sangiovese e Merlot, circa trentamila bottiglie prodotte all’anno, tutte certificate biologiche e lavorate senza additivi chimici.

Il vino, più di ogni altro prodotto, riesce a essere un mezzo per parlare di altro. E Giovanni Cenci spiega volentieri perché si definisce un vignaiolo resistente: “Viviamo in un sistema economico disegnato per favorire i grandi produttori e rendere impossibile la piccola agricoltura. In questo momento è difficile costruire un’alternativa politica, ma il primo passo necessario è rifiutare l’esistente”.

“Il primo modo di resistere alla situazione attuale – continua – è la soddisfazione del proprio lavoro. Il lavoro deve dare gusto, bisogna rifiutare la troppa ambizione, la tentazione di allargarsi, mantenere una misura umana nel rispetto degli altri”.

Resistere oggi significa fare agroecologia: non inquinare, lavorare per migliorare l’equilibrio del suolo, del vigneto e la biodiversità, e poi accettare quello che la natura propone ogni anno, senza forzarla. Continua Giovanni: “Un’azienda agricola come la nostra deve essere funzionale e migliorativa dell’ambiente ma anche della comunità di cui fa parte”. Fondamentale per questo è riattivare il pensiero collettivo: Cantina Cenci fa parte di un gruppo di vignaioli amici che ha deciso di collaborare – mettendo da parte competizione e possibili invidie – basandosi su principi chiari: mutuo appoggio, artigianalità, agricoltura pulita e rispetto di lavoratori e collaboratori.

“I valori sono quelli difesi dal Comitato Perugia Solidale – dice Giovanni – siamo compagni da una vita, le battaglie che portiamo avanti sono le stesse e come produttore non posso fare altro che appoggiare atti concreti come il Gasp”.

Cantina Cenci ha deciso di praticare un’agricoltura responsabile e rispettosa, senza scorciatoie. Questo significa lavorare tutto l’anno con la massima attenzione, rifiutando l’aiuto di fertilizzanti, erbicidi e pesticidi chimici. “Il punto della salubrità e pulizia non è l’assenza di batteri e altri microrganismi che sono sempre ovunque: il punto del nostro lavoro di agricoltori è favorire la presenza di probiotici, organismi positivi per noi e per la vigna che occupano gli spazi, le nicchie ecologiche, che altrimenti potrebbero essere occupati da patogeni”. Per questo gli spazi fra i filari del vigneto di Cenci sono coperti tutto l’anno dal sovescio e da erbe spontanee, e brulicano di vita: un ecosistema ricco è un ecosistema più sano e naturalmente più resistente. “Ci dicono che il convenzionale è più redditizio, che con il biologico si produce meno, si perde resa – spiega ancora Giovanni – È una cazzata. Alla lunga una vigna equilibrata ha bisogno di meno interventi e i risultati sono comparabili. Ma certo, non compro fertilizzanti, né diserbanti, né additivi chimici, faccio meno passaggi col trattore e uso meno benzina: questo per il sistema è inaccettabile, non faccio girare la macchina del consumo”.

È così che Giovanni e Claudia mettono in pratica quello in cui credono. Oggi è un lavoro di resistenza. Ma è anche uno dei mattoni per costruire la società più etica e umana che desideriamo per domani.

www.perugiasolidale.it/gasp
foto di Emanuela Bianconi

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